La strana morte dell'uomo che inventò il motore ad acqua


In un periodo di prezzi alle stelle per benzina e gasolio, ritrova spazio la strana storia di Stan Mayer, l'ingegnere americano che aveva ideato questo economico motore e che morì poco dopo in circostante particolari: per i familiari fu avvelenato
I prezzi di benzina e gasolio sono alle stelle ormai da tempo, la crisi si fa sentire ed i distributori hanno nettamente alzato il proprio tariffario facendo impallidire gli automobilisti di tutta Italia. Eppure c'era chi, qualche anno fa, aveva progettato un modo efficace ed assolutamente economico per alimentare il motore delle autovetture. Si tratta di Stan Meyer, un ingegnere statunitense che negli anni '90 cominciò un progetto tanto spavaldo quanto impensabile per far funzionare attraverso l'elettrolisi ottenuta con la sola presenza di acqua un motore intero. Nessun utilizzo di bombole ad idrogeno, bensì lo sfruttamento di qualche litro del liquido più semplice presente sul pianeta Terra per far camminare una qualsiasi automobile.
Questo datato video 1996 mostra uno dei primi esperimenti pratici di Meyer, inclusi i pareri sorpresi ma successivamente convinti dei giornalisti e tecnici presenti sulla scena. L'inventore americano riuscì ad ottenere tutti i brevetti necessari per rendere fruibile il proprio progetto, pubblicizzando in quegli anni la sua iniziativa come un semplice intervento meccanico a favore di qualsiasi automobilista. "Con soli 1500 dollari renderò il vostro mezzo in una water-car" fu l'epiteto di Meyer, il quale rifiutò persino una miliardaria offerta da parte di un proprietario petrolifero arabo dichiarando di voler sfruttare la sua tecnologia al servizio di chiunque, senza vendersi alle multinazionali. La sua avventura di tecnica e meccanica però lo condusse ad un tragico destino: nel 1998 Meyer fu trovato morto in un parcheggio di Grove City in Ohio, sua città natale.
C'è chi parlò di morte naturale, ma chi, come il fratello di Stan, ammise il possibile avvelenamento, un omicidio in favore dell'economia internazionale e del mondo capitalista che bloccò un'idea che avrebbe cambiato il mondo dell'energia e forse avrebbe fatto risparmiare molti comuni automobilisti

La straordinaria amicizia tra il gatto e la volpe

La straordinaria  amicizia tra il gatto e la volpe, i due giocano, mangiano e, di fatto, trascorrono assieme le intere giornate. Kerem Abalov, un pescatore locale ha notato l'insolita amicizia oltre un anno fa. "Nella mia vita ne ho visto di cose strane - ha detto Kerem - ma questa e' incredibile". Il gatto e la volpe si aggirano attorno al villaggio di Chittor, situato a 25 chilometri dalla città di Van ( Turchia). I gatti Van appartengono ad una razza originaria del Lago di Van, da qui il loro nome, . Questo piccolo felino e' famoso per la colorazione peculiare del suo mantello, generalmente bianco, con coda colorate e macchie di colore sulla fronte, e per il suo leggendario amore per l'acqua.




Fum e Gebra, amici per la pelle (video)


Si chiamano Gebra e Fum e sono amici per la pelle, tanto da dividere spazi e giochi. Nulla di strano se la prima non fosse un tenero barbagianni femmina e il secondo un gatto dal manto nero. Un’amicizia davvero inconsueta per due animali soliti non possedere nulla in comune. Il loro incontro è avvenuto per caso quando entrambi possedevano pochi mesi d’età e forse la condizione speciale ha reso facile l’interazione.
Gebra, il cui nome deriva dal catalano Gebre e significa gelo, è un uccello solitario e indipendente. È stata educata a ricevere il cibo dalla mano dell’uomo, ma non è completamente addomesticata. Infatti rifugge la presenza dell’uomo, se non per necessità educative. Come tutti i rapaci addestrati anche Gebra è stata introdotta all’arte della falconeria. Una tecnica di caccia dalle origini antiche, utilizzata un tempo per il recupero di cibo ma ora impiegata come esibizione e dimostrazione.
Questo tipo di educazione permette a Gebra di librasi nel cielo per molto tempo, attraversando spazi e luoghi differenti. Al contempo il piccolo gatto Fum è molto più socievole e affettuoso, e propone le sue fusa a tutti i vicini nei paraggi della fattoria dove vivono. Solitamente profuma di timo, pianta contro la quale adora strusciarsi prima di lanciarsi nella caccia. I due spesso vengono avvistati insieme, mentre Gebra vola in perlustrazione Fum la segue zampettando sotto la sua apertura alare.
Un video, diventato virale, li riprende mentre giocano insieme e si fanno le fusa in modo amichevole. La piccola Gebra svolazza di ramo in ramo, mentre Fum la segue amorevolmente. Balzi veloci, piccole zampettate delicate, becchettate, miagolii e versi gutturali è ciò che crea la comunicazione tra i due. Una coppia inconsueta, ma come abbiamo visto più volte, non impossibile.




Gatto Nero Day, una festa contro i pregiudizi


Torna anche quest’anno il Gatto nero day, una giornata per festeggiare i mici color della notte che ancora oggi sono vittime di superstizioni e false credenze.
 La settima edizione dell’appuntamento si trasferisce per la prima volta al Sud, a Brindisi, dove sabato si terranno i festeggiamenti ufficiali di Aidaa, a partire, ovviamente, dalle 17, in concomitanza con molte altre piazze italiane.
 La scelta ha un significato ben preciso, perché è nelle regioni meridionali che è più diffuso il mito dal gatto nero che porta jella. Tuttavia l’accusa di portare sfortuna è solo una dei motivi che mettono in pericolo questi bellissimi felini, da sempre collegati alle figure delle streghe e addirittura del demonio.
 Può sembrare assurdo ma i riti satanici costituiscono ancora una vera minaccia perché a volte prevedono il sacrificio di un animale, spesso un gatto nero. Senza andare troppo lontano nel tempo, lo scorso agosto alcuni gruppi esoterici sono stati accusati di aver torturato e ucciso oltre trecento pelosetti.
 I mici inoltre, specialmente quelli neri, vengono poi uccisi per la loro pelliccia, che “decora” bordi e interni di giubbotti, guanti, cappellini.
 Anche se alcune stime ci paiono eccessive, il pericolo per i gatti neri esiste, fosse anche solo quello di essere discriminati perché vittime della superstizione.
 Per questo molti canili, gattili e associazioni organizzano, in occasione del Gatto Nero Day, eventi dedicati a queste creature dall’aria misteriosa per ribaltare i pregiudizi e raccontare come in realtà siano i gatti neri ad avere sofferto, fin dal Medioevo, per colpa dell’uomo e non viceversa.
 Questo sabato potrebbe essere l’occasione, per chi sta pensando di adottare un micio, di andare in gattile e portare a casa un batuffolo di pelo color carbone e sfidare in prima persona non la sorte ma le superstizioni.

fonte:gopets.gogreen.virgilio.it

Il pozzo del tesoro di Oak Island



Oak Island  è una tranquilla isoletta di 140 acri vicina alla costa ad est della Nuova Scozia (Canada), situata nella baia di Mahone, fin dai tempi dei primi colonizzatori americani sull’isola girano leggende di pirati. Le leggende furono alimentate quando nel 1795 un giovane adolescente, Daniel McGinnis, girovagando per l’isola notò una depressione sul terreno, proprio sotto due alberi che sembravano essere stati tagliati da mano umana per tramutarli in una specie di carrucola. Essendo a conoscenza delle storie raccontate sull’isola che narravano di pirati e tesori nascosti, decise di tornare a casa ad avvertire due suoi amici, John Smith e Anthony Vaughan. I tre giovani scavarono sul posto, spinti anche dal fatto che appena iniziarono a scavare si imbatterono in un lastricato di pietra che sembrava proteggere qualcosa. Continuarono a scavare per alcuni giorni e ad un certo punto, quando raggiunsero una profondità di circa 3 metri, trovarono uno strato di tronchi di quercia, rimossero lo strato di tronchi ma andando ancora pi in profondità ne trovarono altri due, uno a 6 metri e uno a 9 metri.
Visto le numerose difficoltà nello scavare cosi in profondità abbandonarono momentaneamente gli scavi ma si promisero di ritornare…e infatti ritornarono...però solamente 8 anni dopo in compagnia di un ricco uomo d’affari, Simeon Lynds, che incuriosito dalla storia decise di fondare una compagnia (la Onslow Company) con il solo scopo di trovare il presunto tesoro nascosto a Oak Island.

Le prime scoperte importanti

Con i mezzi più adatti forniti da Lynds i tre raggiunsero in fretta i 9 metri che avevano raggiunto 8 anni prima e si spinsero molto oltre. trovarono molte altre cose oltre che a strati di tronchi a intervalli regolari di 3 metri l’uno dall’altro; a 12 metri uno strato di carbone, a 15 metri uno strato di stucco, a 18 metri uno strato di fibre di cocco, ma la cosa più strana la trovarono a 27 metri di profondità, e cioé una lastra di pietra con delle strane incisioni.
Le incisioni nella pietra erano apparentemente una serie di simboli (linee, quadrati, triangoli, etc etc) senza alcun senso, ma sottoponendoli ad uno studio più approfondito da parte di studiosi di simbologia e lingue antiche, si scopri che i simboli sulla pietra erano un messaggio in codice e che se veniva sostituito un simbolo con una lettera ben precisa
, veniva fuori un messaggio che recitava: “quaranta piedi più gi sono sepolti due milioni di sterline”.
Sull’iscrizione si vociferò che era solo un falso, infatti si diceva che era stata fatta apposta da qualcuno che voleva incoraggiare nuovi investitori per la ricerca del tesoro, di certo non può trattarsi di una coincidenza.
Che sia stata un falso oppure no, la pietra incoraggiò il proseguo degli scavi ma poco più gi dello strato in cui venne ritrovata la pietra, la fossa venne inondata di acqua marina con grande stupore di tutti i presenti. Qualche mese dopo venne scavata una nuova fossa parallela ma entrò di nuovo l’acqua e questo scoraggiò le ricerche della Onslow Company che abbandonò definitivamente il progetto.
Un nuovo tentativo
La ricerca del tesoro di Oak Island venne abbandonata per oltre 45 anni fino a quando la Oak Island Association decise di riprendere gli scavi; ricavarono la fossa fino alla profondità da cui iniziava a entrare acqua, poi per impedire all’acqua di entrare fecero due nuove buche, a est e a ovest, per intercettare il canale che dal mare portava alla fossa del tesoro, ma non venne trovato alcun canale.
Non riuscendo a capire come l’acqua entrasse la Oak Island Association decise di tentare di prosciugare la fossa ma quando stavano per riuscire nell’impresa il fondo della fossa del tesoro crollò su se stesso e tutto quello che si trovava al suo interno cadde più in basso di qualche metro.
Molte persone si interrogarono
sul motivo per cui il fondo della fossa sprofondò e soprattutto dove fosse sprofondato, se in qualche canale o in qualche grotta. Diverse compagnie nel corso degli anni provarono a risolvere il mistero senza successo fino a quando nel 1893 entrò in scena la “The Oak Island Treasure Company ”.
Le Trivellazioni e la stanza di Cemento

La compagnia fondata da Fred Blair scopri l’ingresso del tunnel di allagamento a circa 110 piedi di profondità, lo tapparono con delle rocce ma l’acqua continuava ad entrare, decisero poi di far esplodere il tunnel ma l’acqua entrò di nuovo. A quel punto furono scavate nuove fosse parallele qua e la per tutta l’isola per cercare di trovare altri canali senza però alcun successo. Nel frattempo si continuò a trivellare la fossa del tesoro inondata d’acqua, e a 170 piedi di profondità venne scoperta la cosa più importante mai trovata fino ad oggi, Una stanza di cemento con delle pareti di 18 centimetri!!!
Bucato il cemento, dentro alla stanza la trivella prima urtò del legno, poi un vuoto alto parecchi centimetri, fu raggiunto uno strato di metallo soffice, poi quasi 3 piedi di pezzi di metallo, e poi altro metallo soffice.
Grande fu lo stupore degli scopritori della stanza, ma la cosa più strana e probabilmente anche più importante, fu riportata alla luce attaccata alla trivella, infatti da dentro la stanza era rimasto attaccato alla punta un pezzo di pergamena
con delle lettere scritte sopra, ma che erano purtroppo indecifrabili senza tutto il resto della pergamena. La scoperta della stanza alimentò come al solito le speranze dei cercatori di tesori, era un enorme passo avanti, soprattutto per gli oggetti riportati alla luce dalle trivellazioni. A questo punto la Oak Island Treasure Company iniziò a scavare dei tunnel per cercare di raggiungere dall’esterno della fossa la stanza di cemento, ma tutti i tentativi risultarono vani sempre per causa dell’allagamento che continuava a ripresentarsi ogni qual volta si superava una certa profondità. 
Questi scavi per servirono a fare un’altra scoperta molto importante, nel maggio 1989 venne scoperto un secondo tunnel di allagamento presso South Shore Cove. Questo secondo tunnel dimostrò ancora una volta che i progettisti della fossa erano molto ingegnosi, e probabilmente tutto questo fù fatto per proteggere qualcosa di valore, perchè fare un lavoro cosi grande per niente? Le ricerche del tesoro proseguirono per altri 36 anni, nel 1936 Gilbert Hadden, insieme a Fred Blair, iniziò una nuova ricerca sull'isola e lontano dalla fossa scopri un frammento di pietra con delle iscrizioni identiche alla lastra di pietra ritrovata anni prima nella fossa del tesoro. Inoltre allo Smith’s cove trovò anche delle travi di legno che furono usate probabilmente dai costruttori originali della fossa.
Strani oggetti in profondità
Nel corso degli anni emersero dagli scavi qua e la per l’isola, cose a dir poco incredibili che alimentarono ancora di più la convinzione c
he più sotto ci fosse qualcosa. Tra gli oggetti più importanti ritrovati ci sono due anelli d’oro, dei pezzi di bottiglie e i pezzi di pergamena sopracitati, ma oltre a questi sono stati trovati anche altri oggetti di poca rilevanza, come dei chiodi, un pezzo di un barile etc etc… La cosa sorprendente non sono gli oggetti in se, ma la profondità a cui sono stati trovati, infatti ricordiamoci che dopo l’allagamento della fossa tutto quello che è stato ritrovato proviene da trivellazioni a oltre 110 piedi di profondità.
[Foto: Le forbici]Il ritrovamento di oggetti cosi
interessanti attirò un nuovi cercatori, nel 1938 entrò in scena Erwin Hamilton, che ricominciò a trivellare i pozzi pr
ecedentemente abbandonati dagli altri cacciatori di tesori. Il ritrovamento più importante fatto da Hamilton furono delle schegge di quercia a -54 metri sotto uno strato di calcare naturale, cosa pi impossibile che strana, il mistero si infitti ancora…
Nel 1959 Bob Restall scopri una roccia con scritto 1704 vicino allo smith’s cove, ma durante uno scavo perse i sensi e cadde nella fossa, il figlio e due operai si gettarono per salvarlo ma tutti e quattro persero tragicamente la vita.
Successivamente nel 1965 Bob Dunfield cercò di risolvere la situazione usando dei mezzi più moderni come bulldozer e gru per bloccare i flussi di acqua nei tunnel di allagamento, non riusci nel suo intento ma scopri che sotto l’isola c’era una caverna di calcare naturale.
Oggi a Oak Island, la Triton Alliance
Dopo tutte queste peripezie siamo arrivati ai giorni d’oggi e Oak Island è rimasta un mistero. Dagli anni 70 se ne sta occupando la Triton Alliance, capitanata inizialmente da Daniel Blankenship che con mezzi più moderni ha fatto numerose scoperte e ritrovamenti.
Durante scavi qua e la per l’isola, ritrovò: un paio di forbici, un cuore di pietra, dei tronchi con incisi dei numeri romani risalenti a 250 anni fa, un paio di scarpe di pelle e un paio di strutture in legno tenute insieme da delle fascette di metallo e dei chiodi. Incuriosita da tutte queste scoperte la Triton commissionò ad uno studio di geologi una costosissim
a perizia sull’isola, il risultato dello studio geologico non fù mai reso pubblico ma fatto stà che dopo questo studio la Società investi più soldi che mai nel progetto.
Nel 1976 la Triton diede il via al progetto più ambizioso mai realizzato a Oak Island, il progetto fù chiamato “Borehole 10-X”, e consisteva nel conficcare letteralmente nel terreno un grande tubo di acciaio lungo pi di 70 metri, vicino alla fossa del tesoro. Questo servi a raggiungere delle cavità naturali al disotto dell’isola, che probabilmente la Triton si aspettava già di trovare per via dello studio geologico, fu calata una telecamera all’interno del tubo e delle immagini a dir poco fantastiche vennero riprese nelle cavità sotterranee. Si poteva vedere distintamente una mano amputata che galleggiava nell'acqua insieme a tre casse di legno e altri strumenti, più tardi fu visto anche un corpo umano!
Viste le immagini inviarono giù dei sub ma che non ebbero successo viste le forti correnti presenti nelle cavità. Prima che i sub finirono di esplorare le cavit la Borehole 10-X croll su se stessa quasi uccidendo Blankship che si salv per miracolo.
Attualmente i misteri di Oak Island sono ancora celati nelle sue cavità sotterranee, la Triton sull’orlo del fallimento sta chiedendo al governo canadese dei fondi per continuare gli scavi ed ha in progetto di costruire un tunnel di cemento armato per raggiungere le grotte scoperte con il progetto Borehole 10-X.
Il mistero continua
Forse non si saprà mai quale sia il tesoro di Oak Island, e forse neanche il tentativo con il tubo di cemento armato avrà successo, questo non lo potremo mai sapere fin quando la Triton non porterà a termine il suo progetto. Molte ipotesi nel corso degli anni sono state fatte sul tesoro, dalle più pessimistiche che pensano che non esista alcun tesoro, fino alle pi fantasiose che attribuiscono la realizzazione della fossa addirittura ai cavalieri templari che raggiunte le coste americane, nascosero il loro tesoro (Santo Graal?) in questa piccola isoletta.
Che ci sia o non ci sia il tesoro, Oak Island sempre un luogo affascinante che attira sempre appassionati di misteri e cercatori di tesori.