Emicrania,convulsioni e svenimenti causati da un verme che aveva in testa

  Erano sei mesi che un uomo aveva forti emicranie, soffriva di convulsioni e sveniva. I medici hanno scoperto che aveva un verme in testa
Fanno un po’ impressione quando li vediamo strisciare, averne uno in testa lungo ben 15,2 centimetri dev’essere decisamente peggio. Eppure è accaduto ad un uomo di 60 anni. Wang Ming, di Chengdu, in Cina, si è recato dal suo medico dopo che per più di sei mesi continuava ad accusare emicranie dolorose, soffriva di convulsioni e sveniva sovente.Il dottore lo ha mandato in ospedale per sottoporsi ad un esame ai raggi X. Quando gli hanno fatto la lastra, i medici hanno visto un parassita della lunghezza di una biro in agguato sotto il suo cranio. I chirurghi hanno eseguito una operazione di tre ore sul signor Ming al First People’s Hospital di Shuangliu all’inizio di questo mese, per rimuovere la ‘bestiolina’ dalla sua cavità cranica.Quando hanno rimosso il verme, lo hanno messo in un contenitore di acqua e sono rimasti scioccati nello scoprire che si nuotava come se niente fosse successo. Gli esperti credono che l’uomo abbia ingerito il parassita mangiando cibi poco cotti: rane crude, anguille e altri frutti di mare quando era giovane. I parassiti presenti in tali alimenti crudi possono entrare nel sistema umano dopo essere stati mangiati, e così possono crescere. 

Plastic Busters:la barca ecologica acchiappa-plastica

Lo testimoniano i ricercatori dell’Università di Siena, da tempo impegnati nel monitoraggio della salute degli animali e delle acque marine del Mar Mediterraneo, che la plastica sta uccidendo questo mare meraviglioso.
Nello stomaco di una tartaruga sono stati trovati, ad esempio, fino a 143 frammenti di plastiche di tutti i tipi. Dei 3 miliardi di rifiuti che invadono il Mare Nostrum, tra il 70 e l'80% è infatti costituito da plastiche che contaminano la fauna marina e la catena alimentare, fino al pesce che arriva sulle nostre tavole. Una proposta pratica e subito applicabile arriva dall’Università di Siena con il progetto “Plastic Busters”, un’imbarcazione ecologica con ricercatori e strumenti scientifici farà il giro del Mar Mediterraneo, uno dei più contaminati dalla plastica al mondo, per “acchiappare” le plastiche, mappandone la diffusione, studiandone gli effetti sugli animali marini, per progettare come ridurre la presenza di questi rifiuti.  Farà una “fotografia” completa delle macro e microplastiche riversate nel mare nostrum, registrandone le conseguenze nefaste sull’ambiente marino e sulla salute della sua fauna. L'imbarcazione, ideata e progettata da Maria Cristina Fossi del Department of Environment, earth and physical sciences dell'Universita di Siena,è stata presentata, insieme ad altre cinque selezionate nel mondo, il 5 luglio, alla Certosa di Pontignano (Siena), nella giornata conclusiva della conferenza internazionale First Siena Solutions Conference Sustainable Development for the Mediterranean Region, l’evento dedicato alla sostenibilità, promosso nell’ambito della rete ONU Sustainable Development Solutions Network. “Plastic Busters”, progetto presentato dal dipartimento di Scienze fisiche, della terra e dell’ambiente dell’Università di Siena, sotto la direzione della professoressa Maria Cristina Fossi, ha ottenuto l’adesione di 30 enti di ricerca e istituzioni internazionali e si avvale di strumenti di analisi e procedure validate in numerose campagne di monitoraggio sulla salute degli animali marini.
La barca-laboratorio ecosostenibile viaggerà dalla Toscana fino a Gibilterra, poi verso la Tunisia, l’Egitto, la Grecia e, dopo tre mesi di navigazione, risalendo l’Adriatico approderà a Venezia. A bordo, un’équipe internazionale di ricercatori farà il campionamento  delle acque e, attraverso tecniche di autopsia che non comportano danni per gli animali, e sofisticate analisi eco tossicologiche, verrà controllato lo stato di salute delle specie “sentinella”: le balene, gli squali e le tartarughe, gli animali che per eccellenza subiscono i danni dell’inquinamento da plastica. Ricerca, divulgazione al pubblico durante le soste nei porti, creazione di relazioni istituzionali altri importanti obiettivi del progetto “Plastic busters”, che mira a concordare con tutti i Paesi del Mediterraneo strategie concrete per mitigare il grave fenomeno dell’inquinamento da plastica (foto sotto Università di Siena: plastiche isolate dai ricercatori dallo stomaco e dall'intestino di animali marini).


L'ossitocina, ormone dell'amore, causa ansia e paura

L'ossitocina è conosciuta anche come "ormone dell'amore", è considerata un agente di riduzione dello stress ed è coinvolto nei legami amorosi, nella passione, nel desiderio e nel comportamento materno, ma potrebbe influenzare anche emozioni come la paura e l'ansia.

Lo studio che lo dimostra è della Northwestern University di Chicago ed è stato pubblicato su "Nature Neuroscience". Nel nuovo studio gli scienziati hanno mostrato, in un modello animale, che questo ormone potrebbe rinforzare la paura: la maggior parte delle risposte alla paura, passa attraverso una regione del cervello chiamata setto laterale.



Questa parte del cervello possiede anche un grande numero di recettori dell'ossitocina. Gli scienziati hanno scoperto che l'ossitocina rinforza le memorie sociali negative e le ansie sul futuro innescando una molecola di segnalazione, la Erk (extracellular signal regulated kinases) che si attiva per sei ore, dopo l'esperienza sociale negativa.
 La Erk rinforza inoltre le paure stimolando i circuiti cerebrali della paura che in gran parte passano attraverso il setto laterale. Numerosi studi scientifici hanno spiegato quanto sia fondamentale nelle relazioni lunghe e stabili.
 Jelena Radulovic, coordinatrice della ricerca  e docente di Disturbo bipolare alla Northwestern University Feinberg School of Medicine, spiega che capendo il doppio ruolo dell'ossitocina nelle situazioni che portano ansia, in futuro si potrebbero attuare dei trattamenti che aumenteranno i livelli di benessere negli individui e diminuiranno comportamenti e reazioni negative.
 L'ossitocina, nella donna stimolerebbe il parto e l'allattamento al seno al seno, sia negli animali che nell'essere umano, inoltre favorisce i legami familiari e la fiducia tra persone.
L’ossitocina viene prodotta in molteplici situazioni sociali: nel favorire il parto e l’allattamento, durante le dolci interazioni tra persone che si amano, nel preludio dell’atto sessuale e nell’orgasmo sia maschile che femminile.
 Sembra che durante un orgasmo la presenza dell'ormone nel sangue sia presente in una quantità cinque volte superiore rispetto ai livelli normali.
 L’ormone, una volta liberato sprigiona i suoi effetti benefici: regola la temperatura corporea, controlla la pressione sanguigna, alza le difese immunitarie.
Una delle cose più importanti è che l’ossitocina viene sprigionato, fa da "collante", nei legami affettivi che si instaurano tra le persone.
 Quando un genitore prende in braccio suo figlio dolcemente, o quando lo stringe a sé per consolarlo o quando lo aiuta a superare una difficoltà o quando giocano insieme divertendosi o anche quando il genitore ascolta attivamente le preoccupazioni di suo figlio, la produzione di ossitocina è molto alta.
 Secondo uno studio dell'Università di Bonn, renderebbe fidanzati e mariti anche più fedeli. Un gruppo di studiosi del Server autism center for research and treatment at mount Sinai School of Medicine ha infine dimostrato che questo neurotrasmettitore, avrebbe anche una funzione nella memoria e potrebbe rafforzare i ricordi dell'infanzia legati al rapporto con la madre.
mammedomani.it

La tartaruga alligatore che fuma 10 sigarette al giorno (video)

In Cina, vive una tartaruga alligatore nicotina-dipendente, che fuma circa 10 sigarette al giorno. Il custode del rettile racconta che ogni volta che sente il bisogno di una sigaretta inizia ad agitarsi e a lamentarsi. È questa la notizia che sta facendo il giro del web, riportata da numerosi media cinesi.



Ma come fa una tartaruga a diventare dipendente dalle sigarette? Di certo non ha preso il vizio da sola. E qui entra in gioco l'arroganza dell'uomo. Un cuoco del villaggio, soprannominato Tang, spiega come tutto ebbe inizio circa due mesi fa, quando notò che l'animale aveva perso interesse per la sua dieta giornaliera a base di pesce. Dopo aver ispezionato il corpo, trovò un osso di pollo forte infilato nel ventre morbido, che purtroppo si spezzò nel tentativo di estrarlo.
Per Tang l'unico modo di togliere l'osso era di distrarre la tartaruga, così prese la sigaretta accesa che aveva in bocca e gliela diede. Le mascelle scattarono sul filtro e la tartaruga non mollò la presa per ore. La sua idea si rivelò efficace: riuscì a rimuovere l'osso di pollo. Ma poco dopo realizzò di aver causato un problema ancora più grande. Il giorno successivo, Tang si sedette su una sedia vicino alla tartaruga e accese una sigaretta dopo una dura giornata di lavoro. Non appena vide il fumo, il rettile iniziò a far capire che ne voleva una per sé.
Invece di ignorare la richiesta, l'uomo gliela diede, accendendola, per stupido e incosciente divertimento. I due continuarono questa pratica, fino a quando la tartaruga divenne completamente dipendente. Ora, ogni volta che non riceve una sigaretta, inizia a produrre suoni sibilati e sembra che segua il cuoco ovunque vada, strisciandosi su di lui fino a quando non ottiene la nicotina che brama, vittima dell'arroganza degli animali umani.
greenme.it


La casa condivisa dove meno pesi meno paghi

Succede in Giappone. Per ogni chilo perso o guadagnato l'affitto scende o sale di 10 dollari. All'interno dell'abitazione presenti molti stimoli per raggiungere il peso forma, ma anche tentazioni.



zoomin.tv

Frutta e verdura in cambio di rifiuti, l'ecobaratto di Città del Messico

Cosa succede quando una delle più grandi discariche al mondo, in cui confluiscono i rifiuti di una vera e propria megalopoli (e dei suoi dintorni) è costretta a chiudere? La risposta arriva dagli abitanti di Città del Messico il cui fermo della principale discarica locale, nel 2011, ha costretto l’amministrazione ad adottare innovative strategie di gestione razionale dei rifiuti. Con i suoi 375 ettari, il sito di Bordo Poniente gestiva quotidianamente ben 1.430 tonnellate di rifiuti al giorno, un quantitativo enorme per il quale si sono dovute trovare velocemente soluzioni alternative.

La città è stata costretta innanzitutto a fare i conti con una cultura del riciclo praticamente inesistente, nonostante i piani municipali di incrementare la quota di differenziata urbana e di compostaggio, ma soprattutto a trovare un modo pratico per affrontare la montagna di spazzatura abbandonata alla decomposizione, non essendo, la discarica, dotata di alcun trattamento di copertura o precauzione contro il percolato. La prima misura messa in campo per risolvere il problema è stata quella di realizzare un impianto di produzione di biogas; a marzo 2012 il Consejería Jurídica y de Servicios legales di Città del Messico ha lanciato un bando di gara internazionale dedicato alla cattura e l’utilizzo di biogas generato dai rifiuti del sito per il successivo impiego come combustibile in un impianto elettrico da 60 MW.

A fare però davvero la differenza nelle abitudini dei cittadini è stata l’iniziativa voluta dal sindaco Marcelo Ebrard. Dalla scorsa primavera, con una cadenza mensile, la capitale messicana allestisce presso il Parco di Chapultec il Mercado de Trueque o Mercato del baratto. Il principio alla base di questa piazza di scambio è semplice e accattivante: chiunque porti rifiuti ricuperabili, come carta, vetro, plastica o alluminio, riceve in cambio dei “punti verdi”, una moneta creata ad hoc per essere scambiata con prodotti alimentari di aziende agricole locali e biologiche. “Abbiamo comprato ravanelli e ricotta, e abbiamo ancora 40 o 50 pesos da spendere”, spiega Andrea Gutierrez, venuto  al Mercado de Trueque con il figlio per la sua prima volta, e trasportando un carico di giornali e bottiglie di plastica.
I materiali riciclabili, portati al mercato dagli abitanti, sono selezionati e pesati da un esercito di volontari in grembiule e successivamente caricati sui camion per essere consegnati alle società di riciclaggio locale. Un punto a favore dell’ambiente, quindi  e uno alla qualità della vita di Città del Messico. A beneficiare del progetto sono tuttavia gli agricoltori locali a cui l’amministrazione cittadina, di volta in volta, compra tutti i prodotti, pagandoli ad un prezzo superiore rispetto a quello di mercato.

L’idea è stata un vero e proprio successo tra i cittadini, pronti ogni mese a mettersi in fila fin dalle sei del mattino per consegnare sacchi di spazzatura. Un successo, forse, fin troppo inaspettato al punto da non poter sempre accontentare tutti a causa di un numero di partecipanti sempre più alto e la conseguente rapidità con cui terminano i prodotti.  “L’obiettivo è che le persone imparino a separare, metter da parte e dare un valore ai rifiuti che producono“, chiarisce Liliana Balcazar dell’amministrazione municipale spiegando che il programma raccoglie ogni volta oltre le 12 tonnellate di rifiuti. “E’ stato popolare fin dall’inizio”, ha detto Balcazar “ma ora è traboccante”. (rinnovabili.it)




Coca cola life,la famosa bevanda diventa "green"




La Coca Cola diventa green, nel vero senso della parola. L’etichetta verde che rappresenta maggiore rispetto nei confronti della natura da parte dell’azienda apparirà in una nuova linea di prodotti a marchio Coca Cola Life. Ma qual è la differenza con la bibita tradizionale? Attenta alla salute e alla tutela dell’ambiente, nella nuova linea troviamo al posto dello zucchero alcuni dolcificanti naturali a base di stevia. Diffusa in Sud America, ha una dolcezza duecento volte superiore dello zucchero ma è a calorie zero. Secondo i produttori, la nuova versione mantiene il gusto, ma lo fa rispettando il sistema, aiutando i deboli (i coltivatori di stevia) ed i soggetti a rischio sovrappeso: una sua lattina contiene la metà (64) delle calorie della versione tradizionale.

Tuttavia proprio questa caratteristica non è accettata all'unanimità. Per alcuni scienziati, la Coca Cola (anche in versione green) rimane una bevanda ricca di calorie, senza elementi nutritivi, pericolosa per la salute, nonché una delle cause della diffusione dell’obesità, specialmente quella infantile. “Possiamo davvero credere che un nome che evoca salubrità, unito a un tappo e un’etichetta verde, rendano la Coca Cola un prodotto naturale?”, questa la provocazione di Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori. E continua: “E a noi sembra solo un’abile strategia di marketing per ottenere più facilmente il favore dei consumatori, perché la Coca Cola Life resta una miscela di sostanze chimiche (naturali o di sintesi) priva di nutrienti per l’organismo“. Secondo Dona la Coca Cola Life non apporta sostanziali benefici dal punto di vista alimentare. Infatti la dose accettabile giornaliera di stevia stabilita dall’EFSA è di 4 mg al giorno per kg di peso corporeo: in pratica una persona che pesa 60 kg non ne dovrebbe ingerire più di 240 mg al giorno con il complesso degli alimenti.

Lernstift pen, la penna che vibra quando si sbaglia ortografia

 Ad inventare questa penna davvero futuristica, sono stati due tedeschi,Falk wolsky e Daniel Kaesmacher. L’hanno chiamata Lernstift Pen ed è capace di vibrare ogni qualvolta rileva un errore nel testo che si sta scrivendo.

I due hanno raccontato che l’idea di creare questa penna è nata mentre uno degli inventori osservava con attenzione la moglie correggere i compiti del figlio. E detto fatto: ecco creata la prima penna che ha un sensore incorporato all'interno e grazie al movimento della mano, riconosce quando si sta scrivendo qualcosa che non va. Inoltre, questo piccolo marchingegno ha la possibilità di essere collegata ad uno smartphone tramite la connessione wi-fi. Ma non solo corregge gli errori: vibra anche quando la calligrafia risulta disordinata o illeggibile. Questa penna ha un software con il riconoscimento di oltre quaranta lingue, ma nonostante ciò, purtroppo per gli italiani, al momento verrà prodotta solo in tedesco e in inglese. In base alla sua effettiva riuscita, solo in seguire si penserà anche al mercato italiano. Al momento, per la sua distribuzione, i due soci-inventori hanno bisogno di fondi e per questo motivo stanno facendo una colletta “mondiale”, diffondendo la notizia sul web. Il loro obiettivo per l’effettiva messa in vendita del dispositivo è il raggiungimento di 120.000 dollari. Il traguardo finale è fissato al 9 agosto, il minimo da investire è 150 dollari. Vedremo dunque come andrà a fine la storia di questa penna che cambierà il modo di fare gli esami…sempre se non verrà vietata nelle scuole come succede con i cellulari!

Cani in spiaggia: La metà dei divieti non sono validi.

Per chi ha un cane le ferie o anche solo le gite fuori porta si trasformano spesso in una lunga ricerca di quell'angolino dove l'amico a quattro zampe è tollerato. Cartelli di divieto di balneazione per gli animali, infatti, spuntano come funghi sulle poche spiagge libere.
Ma non sempre, fa sapere l'Aidaa (Associazione italiana per la difesa di animali e ambiente), sono in regola. Almeno la metà, fa sapere il presidente dell'organizzazione, Lorenzo Croce, dei divieti che spuntano nei mesi estivi, seppur messi dalle amministrazioni dei comuni rivieraschi sono illegali.
Infatti per poter vietare l'ingresso ai bagnanti con Fido al seguito, spiega, occorre che i comuni emettano un'ordinanza che preveda il divieto motivato, l'estensione oraria di tale divieto e che la medesima ordinanza firmata dal sindaco, da un assessore delegato o dal comandante dei vigili urbani, e pubblicata sugli albi pretori dei singoli comuni. Se manca solo una di queste indicazioni, sottolinea Croce, l'ordinanza non è valida.
Ma non è tutto: infatti anche i cartelli che prevedono tale divieto devono recare sul retro il numero dell'ordinanza comunale di riferimento e la data di scadenza. Altrimenti, seppure in presenza di una ordinanza regolarmente firmata, il divieto è da considerarsi nullo. "Pertanto invitiamo tutte le famiglie - prosegue Croce - ed i proprietari di cani che decidono di portare Fido in spiaggia a verificare che esistano realmente le ordinanze e che i cartelli di divieto contengano le informazioni regolamentari. Altrimenti qualunque richiesta di allontanarsi dalla spiaggia con il proprio cane fatta anche dai vigili è illegale e ogni eventuale multa impugnabile davanti al giudice di pace e quindi contestabile senza essere preventivamente pagata. A fronte - continua - dell'illegalità diffusa da parte delle amministrazioni comunali, occorre che i cittadini imparino a difendersi e a far valere i propri diritti fino in fondo. Se si trovano situazioni del genere chiediamo che ci vengano segnalate al servizio online segnalazionereati@libero.it di Aidaa, meglio se con foto allegata in modo che anche noi si intervenga contro questi che non esito definire come divieti-truffa".
(dogsitter.it)

Il bisturi intelligente che fiuta i tumori

Gli scienziati hanno creato un bisturi "intelligente" in grado di rilevare in pochi secondi se il tessuto da tagliare è cancerogeno, promettendo un intervento chirurgico più efficace e precisa nel futuro.

 Ci mette appena tre secondi a riconoscere le cellule tumorali e a comunicarlo al chirurgo. E lo fa con un’accuratezza del 100%. È stato battezzato «iKnife», il «l’elettrobisturi intelligente». Lavora più o meno come fanno i segugi e scova il tumore del tessuto «cattivo» che via via polverizza con il calore. Un aiuto non da poco per i chirurgi perché la rimozione chirurgica di un tumore è un processo molto delicato e il rischio che parte del tessuto malato non venga asportato e possa quindi provocare una nuova diffusione è reale. Lo strumento, dotato di uno spettometro di massa, è stato ideato da un chimico ungherese, Zoltan Takats dell’Imperial College di Londra.
LA SPERIMENTAZIONE - L’annuncio è stato pubblicato qualche giorno fa sulla rivista Science Translational Medicine. Le prime sperimentazioni su 91 pazienti hanno dato esito positivo e partiranno adesso altri test che coinvolgeranno pazienti in tre ospedali londinesi, il St Mary, l’Hammersmith e il Charing Cross. Il bisturi intelligente è capace di riconoscere se si tratta di tessuto benigno o no, eliminando in molti casi il passaggio della biopsia per l’analisi dei tessuti, perdendo così ulteriore tempo nella diagnosi e nella cura.Ci mette appena tre secondi a riconoscere le cellule tumorali e a comunicarlo al chirurgo. E lo fa con un'accuratezza del 100%. È stato battezzato «iKnife», il «l'elettrobisturi intelligente». Lavora più o meno come fanno i segugi e scova il tumore del tessuto «cattivo» che via via polverizza con il calore. Un aiuto non da poco per i chirurgi perché la rimozione chirurgica di un tumore è un processo molto delicato e il rischio che parte del tessuto malato non venga asportato e possa quindi provocare una nuova diffusione è reale. Lo strumento, dotato di uno spettometro di massa, è stato ideato da un chimico ungherese, Zoltan Takats dell'Imperial College di Londra.


Ragazza crea una protesi fatta con i mattoncini del Lego. (video)

Christina Stevens trentunenne di St. Louis (Missouri) dallo scorso febbraio ha perso una parte della sua gamba sinistra: le è stata amputata in seguito a un incidente di cui è stata vittima mentre stava riparando la sua auto.
Ora è diventata una vera celebrità del web dopo aver condiviso un video in cui si costruisce da sola una protesi fatta con… i mattoncini del Lego! La ragazza è una terapista professionale e ha preso l’idea per la protesi da un collega che scherzosamente le ha suggerito quella strana idea.
Il video che ha realizzato la ragazza intenta a costruire la sua gamba di Lego è stato caricato su YouTube da circa un mese e ha già realizzato un record di visualizzazioni. C’è di più, nella sua pagina Facebook la ragazza condivide giornalmente le sue esperienze e incoraggia le persone che hanno subito un’amputazione con il suo ottimismo.


Larve carnivore nell'orecchio, salvata dai medici (video)

 Sembra un film dell’orrore, ma con un tasso di paura sicuramente superiore, quello che si è trovata a vivere una 27enne inglese al ritorno da una vacanza in Perù. Rochelle Harris ha rischiato una meningite e una paralisi facciale. E solo l’intervento chirurgico dei medici dell’ospedale della sua città, Derby, le hanno evitato un triste destino.
Il motivo? La presenza nel suo orecchio di otto larve carnivore, capaci di scavare nei tessuti auricolari un 'cunicolo' di 12 millimetri. Per fortuna sono state bloccate prima di arrivare al cervello della giovane. Rochelle, infatti, avvertiva ormai un costante mal di testa, dolore al viso, e un ronzio nell’orecchio. A convincerla a rivolgersi ai medici, però, è stata la fuoriuscita di un fluido dal canale uditivo. A quel punto, dopo aver provato con l’olio di oliva, ci è voluta una vera e propria operazione per estrarre gli insetti. E dire che il tutto è iniziato quando, durante la vacanza in Sud America con il fidanzato James, la ragazza inglese si è ritrovata in uno sciame di mosche. Una le è entrata nell’orecchio ed evidentemente, anche se morta, ha lasciato pericolosi eredi.
Non è la prima volta che animali di piccole dimensioni rischiano di provocare immensi danni. Sebbene, infatti, nell’immaginario popolare siano i leoni e gli squali i più pericolosi per l’uomo, ai primi tre posti tra gli esseri che sferrano più attacchi alle persone ci sono la zanzara, i serpenti e lo scorpione. Insieme sono responsabili di decine di migliaia di morti ogni anno in tutto il mondo. Proprio a causa di uno scorpione, circa tre anni fa, si è sfiorata una tragedia a Mogliano, in provincia di Treviso. Una giovane albanese di 27 anni, infatti, dopo aver passato le vacanze estive nella sua terra natale, ha trovato una brutta sorpresa in valigia. Due scorpioni erano gli sgraditi ospiti. La puntura le ha provocato un forte dolore e un irrigidimento muscolare. Un antidoto le ha salvato la vita. Poteva andare peggio anche ai clienti di una pizzeria in piazza dei Signori a Treviso che, pochi giorni fa, si sono ritrovati in mezzo a uno sciame d’api. L’intervento di un apicoltore ha evitato guai peggiori.
La lista degli insospettabili animali killer è più lunga di quanto si possa pensare. Ha ucciso centinaia di persone negli ultimi 20 anni, ad esempio, il cosiddetto bruco assassino. Capace di mimetizzarsi nel suo habitat naturale, presente soprattutto in Brasile, possiede un veleno in grado di attaccare le cellule delle proteine, causare perdite di sangue e impedire loro di coagulare. Il risultato è un’emorragia che può essere anche mortale. Secondo gli scienziati, però, per provocare danni gravi l’apparente innocuo bruco dovrebbe pungere dalle 20 alle 100 volte. La salvezza, a volte, è racchiusa in un numero.
FONTE
   


Crooked Forest:la foresta con 400 pini ricurvi (video)



Rimane ancora un mistero la caratteristica curvatura a 90 gradi sulla base degli alberi presenti in un angolo della Polonia occidentale che conferisce loro un’originale quanto elegante conformazione.Intorno a questa foresta che si trova in Gryfino, denominata “Crooked Forest”, come si può ben immaginare, circolano tuttora molti miti e leggende per spiegare il particolare fenomeno di queste conifere. Anche perché è circondata di altri pini perfettamente dritti.La teoria più accreditata al momento è quella che vuole questi alberi piantati a metà degli anni ’30 curvati “all’età di sette anni” dall’intervento umano attraverso dispositivi meccanici. Ma il perché gli agricoltori lo avrebbero fatto rimane un mistero. Alcuni parlano di falegnami al servizio segreto tedesco, ma la popolazione locale è convinta che si tratti di uno strano fenomeno naturale. Quel che è certo è che questa foresta rimane un piccolo grande spettacolo.

Supermercati:le tecniche che utilizzano per manipolare la nostra mente




Questi i trucchi che usano i supermercati per manipolare le nostre menti.

1- Vi danno un cestino.
Una ricerca condotta nei supermercati ha scoperto che il 75 per cento di chi ha in mano il cestino per fare la spesa compra sempre qualcosa, in confronto ad appena il 34 per cento di chi non ha il cestino. Così, quando all’entrata del supermercato un membro dello staff porge il cestino ai clienti, non è per fare un favore a voi, ma all’azienda.

2- Frutta “pronta e matura”.
Poiché i supermercati desiderano che la frutta si conservi il più a lungo possibile sugli scaffali, obbligano i fornitori a raccoglierla acerba, sebbene ciò implichi che non sarà altrettanto buona, dato che gli zuccheri non si sono completamente sviluppati. Essendo abituati all’idea che la frutta è sempre dura quando la compriamo, siamo disposti a pagare un extra per il privilegio di avere frutta matura.

3- Prezzatura Ingannevole.
Il metodo irrazionale della prezzatura pone il prezzo degli articoli diciamo a 4,99 euro invece che a 5,00. Il motivo sta nel tempo necessario per procedere alla memorizzazione. L’arrotondamento verso l’alto implica uno sforzo mentale maggiore rispetto al processo di memorizzazione delle prime cifre. Inoltre, a causa della grande quantità di informazioni che i clienti devono elaborare, il dato del prezzo deve essere immagazzinato in un tempo molto breve. Il modo più conveniente per farlo, in termini di memoria e di attenzione, è quello di ricordare le prime cifre. Così ci illudiamo di spendere meno di quanto non spendiamo in realtà.

4- Paghi uno e prendi due.
È l’offerta che ha dimostrato di aumentare le vendite fino ad oltre il 150 per cento. A dispetto di quel 50 per cento che effettivamente fa risparmiare, questo tipo di operazioni ci inducono a consumare un prodotto in quantità maggiori rispetto alle nostre abitudini, così, quando l’offerta finisce, siamo inclini a comprarne ancora. Ed oltre ad incoraggiarci ad acquistare più di quello che ci serve, queste offerte celano un costo occulto ai danni dei produttori, poiché sono loro, e non il supermercato, a finanziare le promozioni. I supermercati le utilizzano per disfarsi della merce che non vendono.

5- I bambini.
Quando i supermercati Sainsbury’s lanciarono il progetto dei corsi di cucina per bambini (che i genitori pagavano 5 sterline), da tenersi durante le vacanze scolastiche in alcuni punti vendita selezionati per l’occasione, i corsi furono organizzati presso i Caffè “Pappagallo Blu”, una linea di prodotti per bambini che propone sedicenti versioni più sane dei tipici cibi pronti come i bocconcini di pollo e la pizza. I piccoli partecipanti se ne andarono con una borsa a forma di caramella e un grembiule firmati Pappagallo Blu, con la raccomandazione che se anche non avevano voglia di cucinare, potevano sempre convincere le loro mamme a prendere qualcosa di già fatto da Sainsbury’s.

6- All’altezza dello sguardo.
I prodotti esposti all’altezza dello sguardo vendono il doppio, per questa ragione spesso gli articoli costosi vengono messi lì. Se guardate in basso agli scaffali, scoprirete alternative più convenienti. Allo stesso modo, notate dove sono posizionati i prodotti meno sani per bambini: al livello dei loro occhi. È a loro che si vuole vendere, non a voi. I genitori saranno disposti a comprare qualcosa che non avrebbero scelto solo perché i bambini fanno i capricci.

7- Testimonial famosi.
Se un cuoco alla moda come Jamie Oliver afferma che il cibo di un supermercato è buono, o un’attrice amata reputa i prezzi convenienti, il supermercato acquista credibilità. Si stima che da quando Oliver ha iniziato a lavorare per la Sainsbury’s , i profitti della catena siano volati alle stelle, al di sopra dell’1,2 miliardi di sterline. Nel frattempo i programmi pubblicitari di Priscilla Scales alla TV hanno fatto aumentare di 2,2 miliardi di sterline gli incassi dei supermercati Tesco.

8- Prodotti Civetta.
I prodotti di prima necessità quali pane, burro, latte e zucchero attirano i consumatori nei supermercati e sono invariabilmente venduti a basso costo per cercare di battere la concorrenza. (Di solito la catena Tesco propone 160 articoli a basso costo). Noti anche come “prodotti civetta”, convincono il cliente che sta facendo un buon affare: i prezzi di questi beni li abbiamo sempre in mente per cui ci si accorge più facilmente degli sconti. Non fatevi ingannare. A questo i supermercati rimediano, alzando i prezzi su altri prodotti di cui non ricordiamo il costo.

9- Scatola nuova, prodotto vecchio.
Stanchi del pollo “Tikka masala”? Perché non assaggiate la nuova specialità regionale “Keralan masala”? La differenza sta tutta e solo nella confezione.

10- Assaggi gratuiti.
Potete anche non comprare il prodotto che vi hanno appena offerto di assaggiare, ma lo stomaco comincerà a liberare i succhi gastrici, facendovi avvertire di più la fame. Questo vi indurrà ad acquistare del cibo in più, in particolare prodotti pronti e più costosi, che potrete gustare non appena usciti dal supermercato.

11- Si compra come si legge.
Le persone che leggono da sinistra a destra scorrono anche gli scaffali da sinistra a destra. Perciò le varietà più costose di un determinato prodotto si troveranno sulla sinistra, quelle più convenienti sulla destra.

12- La musica.
Per un periodo di due settimane, a giorni alterni, in un reparto che esponeva vini francesi e tedeschi venne diffusa musica francese e tedesca. La musica francese portò i vini francesi a vendere di più di quelli tedeschi, mentre la musica tedesca causò l’effetto opposto. Ma non è solo il tipo di musica ad influire sugli acquisti, conta anche il fattore tempo. Camminiamo compiendo approssimativamente 90 passi al minuto. Una musica al di sotto dei 90 battiti al minuto ci fa rallentare inconsciamente, e ci trattiene più a lungo tra gli scaffali.

13- Il falso affare.
I supermercati promuovono un prodotto ad un prezzo che riporta accanto un prezzo più alto, da cui voi supponete abbiano ricavato il primo, riducendolo. In effetti, non vendono mai quel prodotto al prezzo più alto, ma lo compriamo perché ci sembra un affare.

14- Prodotti dal valore aggiunto.
Una mela costa 20 centesimi. Ma tagliatela, riponetela in una vaschetta e vendetela come “mela a spicchi” ed essa verrà a costare 99 centesimi, per meno della metà di prodotto. Chi ha così poco tempo da non potersi tagliare una mela?

15- Le distanze.
Per prolungare il tempo che trascorriamo a contatto con i prodotti durante la spesa, i negozi posizionano gli articoli e le marche più richieste in mezzo ai corridoi, assicurandosi così che da qualsiasi direzione il cliente debba passare, ci metterà sempre molto tempo a raggiungerli. Allo stesso modo, i beni di maggior consumo come pane e latte si trovano in fondo al negozio. I clienti devono passare in mezzo a molta merce esposta prima di vederli e ci sono maggiori possibilità che effettuino acquisti dettati dall’impulso.

16- Iniziative Sociali.
la catena Tesco ha istituito il progetto “Computer per le scuole”, con cui i buoni acquisto emessi su alcuni prodotti possono essere scambiati con materiale informatico per le scuole locali. Tuttavia, come Ben Laurence scrisse sull’Observer: “Mentre i costi per la Tesco sono modesti, i clienti devono spendere 110,000 sterline in generi alimentari perché una scuola ottenga un modesto PC”.

17- il profumo del pane appena sfornato.
I supermercati non producono realmente il pane che vendono, ma intervengono solo sull’ultima fase della lavorazione. Tutta la preparazione e l’impastatura sono realizzate altrove. I supermercati si limitano a scongelare la pasta e la riscaldano fino al punto in cui si diffonde un rassicurante profumo di pane appena sfornato.

18- Carte fedeltà.
O come i supermercati desiderano che le chiamiamo: “Carte Premio”. Facciamo la nostra spesa e ci ricompensano con uno sconto sugli acquisti futuri. Cosa potrebbe esserci di più generoso? Se è un regalo, allora perché la Tesco negli ultimi 8 anni è riuscita ad istituire il progetto delle tessere a costo zero per i supermercati? Perché spendiamo di più una volta che abbiamo la tessera. Primo, il 42 per cento di noi, nel momento in cui entra in possesso di una tessera, spende più soldi, forse per quella logica sbagliata che ci fa pensare che più compriamo più sconti otterremo e perciò spenderemo meno. Seconda cosa, lo scopo dei buoni sconto, con i quali siamo premiati, non è di indurci a risparmiare denaro, ma di invogliarci a comprare prodotti che normalmente non acquisteremmo. Come uno spacciatore di droga ci fornisce la dose gratis per ridurci alla dipendenza.

19- Televisione a zona.
La nuova TV Tesco trasmette avvisi pubblicitari in rapporto alla zona del magazzino che vi trovate a visitare. Siccome il 75 per cento delle decisioni riguardo gli acquisti si prendono quando siamo vicini al prodotto, questo stratagemma di marketing rivela tutta la sua potenza.

LAV : In aumento i reati contro gli animali



Centinaia di migliaia di animali ogni anno vengono uccisi dalle zoomafie. Dalle corse clandestine di cavalli, la prima emergenza, al business dei canili e al traffico di cuccioli. Ma ci sono anche il contrabbando di fauna e il bracconaggio organizzato, le macellazioni clandestine e l’abigeato, la pesca di frodo e le illegalità nel comparto ittico, i combattimenti tra cani e l’uso di animali a scopo intimidatorio o per lo spaccio di droga. Questi i principali reati segnalati nella nuova edizione del Rapporto Zoomafia della LAV.


Non mancano neanche i traffici di animali via internet. Scenari agghiaccianti quelli emersi dal dossier giunto ormai alla sua quattordicesima edizione. Solo lo scorso anno, il totale dei procedimenti sia a carico di noti che di ignoti per i reati a danno degli animali e per il campione del 63% delle Procure Ordinarie, è di 6.245 fascicoli (2.895 a carico di noti e . a carico di ignoti), con un totale di 3862 persone indagate.
Partendo da questo dato e proiettandolo a livello nazionale, è stato calcolato che in media nelle Procure d’Italia vengono aperti circa 24 fascicoli al giorno per reati a danno di animali, uno ogni ora. Una persona ogni ora e mezza circa viene indagata.
Un business che non conosce crisi, e che continua a crescere anno dopo anno. Rispetto al 2011, il 2012 ha fatto registrare un aumento del 15% dei fascicoli sui reati aperti e del 3% del numero degli indagati.
Crimini contro gli animali, dove

I dati fonriti dalle Procure Ordinarie hanno permesso di stilare una classifica dei reati in esame: oltre al caso particolare e anomalo di Montepulciano (SI) dove nel corso del 2012 non sono stati aperti fascicoli per i reati in esame, la Procura con meno procedimenti per reati contro gli animali è quella di Mistretta (ME) con solo 4 procedimenti, seguita da Imperia con 5 (3 noti e 2 ignoti); Melfi (PZ) con 7 (1 noti e 6 ignoti); Mondovì (CN) con 10 (ignoti); Cuneo con 11, (10 noti e 1 ignoti); Lagonegro (PZ) sempre con 11 (7 noti e 4 ignoti); Aosta con 12 (noti); Nicosia (EN) con 13 (7 noti e 6 ignoti); Sciacca (AG) con 13 (8 noti e 5 ignoti); Camerino (MC) con 14 (7 noti e 7 ignoti); Casale Monferrato (AL) 14 (5 noti e 9 ignoti).
La Procura con il maggior numero di procedimenti sopravvenuti nel 2012, sempre in base al campione del 63% analizzato, è quella di Brescia, con ben 722 procedimenti (431 noti e 291 ignoti). Questo dato può essere spiegato in parte con i numerosi procedimenti aperti per violazione alla normativa venatoria che arrivano a 377 fascicoli. Seguono Firenze con 220 procedimenti (94 noti e 126 ignoti); Bergamo con 187 procedimenti (81 noti e 106 ignoti); Milano con 144 procedimenti (67 noti e 77 ignoti). A Roma nel 2012 si sono registrati 193 procedimenti (76 noti e 117 ignoti) con 130 indagati, in aumento rispetto agli anni precedenti.
I reati

Si parte dalle corse clandestine di cavalli: 16 gli interventi delle forze dell’ordine, 5 le corse clandestine bloccate e 122 le persone denunciate di cui 1 arrestata per reati connessi. Tra i sequestri, 77 cavalli, un ippodromo abusivo, 13 stalle e due maneggi. 4 i cavalli morti trovati per strada. Diminuite comunque le persone denunciate: 122 rispetto alle 179 del 2011 e alle 129 del 2010.

Vi sono poi i canili illegali e il traffico di cani. Non tutti i canili sono legali. Spesso si trovano strutture sovraffollate e inadeguate sotto l’aspetto igienico sanitario e strutturale. Non conosce crisi neanche il business sui randagi grazie a convenzioni con le amministrazioni locali per la gestione dei canili. Solo nel 2012 sono state sequestrate 4 strutture. Cuccioli affogati nell’acqua e gettati nell’immondizia, cani costretti a vivere in gabbie anguste, prive di riparo, e senza avere la possibilità di muoversi: questi alcuni dei casi accertati.

Aumenta anche il numero di cuccioli importati illegalmente dai Paesi dell’Est. 1360 i piccoli sequestrati, per un giro d'affari complessivo di circa un milione di euro. 29 le persone denunciate di cui 14 cittadini stranieri. La provenienza dei cuccioli è spesso la Slovacchia, seguita dall’Ungheria, ma è stata scoperta una nuova rotta: da Malta alla Sicilia.

Tra i reati più numerosi anche il contrabbando di fauna e la biopirateria, ossia il traffico internazionale di animali e piante rare. Nel 2012 la Cites del Corpo forestale dello Stato ha sequestrato 6.240 esemplari protetti dalla Convenzione di Washington per un valore di circa 800.000 euro, grazie a 126 indagini che hanno coinvolto 186 soggetti. Un caimano trovato nell’abitazione di un pregiudicato romano, statuette e monili di avorio, coralli bianchi, zanne di elefante africano, pelli e carne di coccodrillo, 42 uova di tartaruga, capi di abbigliamento con pellicce di procione, 600 scorpioni trovati nella valigia di un passeggero all’aeroporto di Firenze, un serpente a sonagli, una vipera dal corno, una tartaruga azzannatrice, una tartaruga alligatore e un varano.

Il bracconaggio continua a mietere vittime diventando sempre più pericoloso, con traffici di armi rubate o clandestine, resistenza e minacce agli organi di vigilanza, attentati alle auto di servizio. L’abbattimento o la cattura di specie protette è purtroppo molto diffuso: lupi, orsi, gru, Ibis eremita e anche Pilar. Anche la macellazione clandestina rientra tra i reati più frequenti.
E infine i combattimenti tra animali, un crimine in ripresa nel 2012 rispetto al calo degli anni precedenti. Lo provano i tanti ritrovamenti di cani con ferite da morsi o di cani morti con cicatrici riconducibili alle lotte, o ancora a furti e rapimenti di cani di grossa taglia o di razze abitualmente usate nei combattimenti. Nel 2012 sono stati sequestrati 25 cani riconducibili ai combattimenti, tenuti in tre allevamenti diversi, e sono state denunciate tre persone.
“Nonostante l’incremento delle denunce siamo lontani da un’adeguata risposta repressiva – ha commentato Ciro Troiano, criminologo, responsabile dell’Osservatorio Zoomafia della LAV e autore del Rapporto –. Analizzando i dati si evince che le denunce presentate sono solo una minima parte di reati contro gli animali realmente consumati e ciò rafforza un sospetto che abbiamo da tempo: la maggioranza dei reati contro gli animali non viene denunciata”.
“L’impressione, leggendo questi dati, - continua - è che l’azione penale venga esercitata solo in pochissimi casi e che in assenza di formale denuncia, peraltro non richiesta per i reati in esame, essendo reati comuni perseguibili di ufficio, non ci sia un intervento della polizia giudiziaria e quindi l’apertura di un formale procedimento da parte della Procura”.

FONTE



Le automobili consumano di più di quanto dicono i test

Le dichiarazioni fornite dai costruttori di automobili non sono veritiere rispetto ai consumi reali su strada. Lo rivela l'ONG Transport and Environment nel suo rapporto appena diffuso "Mind the gap: how carmakers manipulate official tests for fuel efficiency". I consumi reali di un'automobile sono anche del 30% maggiori rispetto quanto dichiarato dalle case automobilistiche. Il divario è anche maggiore per le automobili più potenti.

Il rapporto descrive i modi in cui le case automobilistiche modificano a loro vantaggio i dati che indicano i consumi di carburante sfruttando le falle dei test standardizzati obbligatori per legge. Per esempio:

  • Mappare le centraline elettroniche in modo da ottimizzare i consumi per il test (che viene effettuato su dei rulli e non su strada);
  • Usare speciali lubrificanti che poi non vengono usati per le auto vendute;
  • Utilizzare pneumatici speciali che diminuiscono la resistenza all'avanzamento; aumentare la pressione degli pneumatici sempre per lo stesso fine;
  • Utilizzare sempre marce alte per limitare i consumi;
  • Mettere nastro adesivo nelle fessure della carrozzeria (es. portiere) per ottimizzare l'aerodinamica.
  • Non utilizzare apparecchi che aumentano il consumo delle auto (aria condizionata, navigatore satellitare etc.)
  • Tutti questi trucchi migliorano le performance dell'automobile mentre fa il test, ma l'efficienza misurata non si traduce in efficienza reale sulle strade in termini di emissioni di CO2 e risparmio di carburante.

Diabete: l'appicazione per terapia personalizzata su iPhone



Ogni persona è diversa, diversa quindi dovrebbe essere la cura da seguire: è questo il principio su cui si basa il modello per la terapia personalizzata del trattamento del diabete di tipo 2 messo a punto da Amd (Associazione medici diabetologi). Oggi questo algoritmo terapeutico, già fonte di ispirazione per l’analogo modello realizzato dall’Idf (International diabetes federation), l’organizzazione internazionale che raccoglie le società scientifiche e le associazioni di volontariato attive nella lotta al diabete, è diventato una App, realizzata sotto l’egida di Amd e Simg (Società italiana di medicina generale), a disposizione dei medici di medicina generale e dei diabetologi.

“Grazie a questa applicazione ogni medico può in modo semplice e veloce applicare nella pratica clinica l’algoritmo terapeutico che, basandosi sulle caratteristiche di età, durata della malattia, fattori di rischio e complicanze, permette di identificare diversi profili di malattia, a cui applicare corrispondenti schemi di cura personalizzati. Una valida guida quindi per curare ‘su misura’ i diversi profili di persona con diabete”, ha detto Antonio Ceriello, presidente Amd e coordinatore di entrambi i gruppi di lavoro Amd e Idf costituiti per la realizzazione del modello.

"Questa App, pur proponendo algoritmi terapeutici che per alcune situazioni complesse non rientrano nelle competenze del medico di medicina generale, è per noi uno strumento di estrema utilità perché con semplici e intuitivi passaggi permette di identificare la terapia più appropriata per ciascuna persona, evitando scelte terapeutiche inopportune. Inoltre, consente di identificare con precisione quelle persone con diabete che necessitano di un consulto specialistico per la prescrizione di quei farmaci purtroppo ancora oggi soggetti a piano terapeutico. La sfida ora sarà di trovare la modalità per renderla sfruttabile dal maggior numero possibile di medici di medicina generale, integrandola negli strumenti professionali già in nostro uso”, ha aggiunto Gerardo Medea, coordinatore area metabolica della Simg.

L'App contiene inoltre utili strumenti per la pratica clinica quotidiana, come il calcolatore dell’indice di massa corporea (Bmi), il calcolatore del Gfr per valutare la funzionalità renale, il convertitore unità di misura per il valore di emoglobina glicata, da valori % a valori in mmol/mol e viceversa, e altro ancora.

L’App "Algoritmi Amd", realizzata da Segno&Forma di Milano, grazie al contributo non condizionato di Novo Nordisk, è disponibile per i dispositivi iOS (iPhone e iPad), e scaricabile gratuitamente su App Store; una volta installata non necessita di connessione internet per funzionare. 

Parto naturale:Un video che sta commuovendo il web

Nell’era digitale, la stessa era in cui i rapporti umani si fanno sempre più labili, mentre in Italia e all’estero numerosissime Star, fra cui Kim Kardashian e Carmen Consoli, hanno dato alla luce i loro pargoletti, in attesa, però, della nascita del royal baby, il web, o meglio Facebook, si sta commuovendo per il video che immortala, passo dopo passo, le fasi di un parto naturale.

Cosa c’è di tanto straordinario? Le donne hanno sempre partorito e prima delle grandi cliniche tutte le mamme davano alla luce i propri figli all’interno della loro casa. Eppure nonostante non racconti apparentemente nulla di nuovo, questo video, sta facendo versare copiose lacrime agli utenti che si incantano a guardarlo e che, poi, non potendone farne a meno lo condividono, sul noto social network, invitando amici e parenti a fare altrettanto. Cosa ci sarà, quindi, di così particolare? A colpire di più, oltre alla magia di una nuova vita che viene al mondo, potrebbe essere l’affiatamento della coppia che, nonostante ciò che si vede nei film, rimane unita dal momento della dolorosa attesa fino al momento della nascita.

L’attenzione è tutta puntata sul rapporto d’amore di questa giovane coppia che si sostiene a vicenda e vive, unita, uno dei momenti più belli della vita. Le donne vedono nel protagonista ciò che vorrebbero vedere nel loro partner, la delicatezza con cui il partner assiste la partoriente, infatti, è la prima cosa che porta le telespettatrici alla commozione, ma soprattutto, tutti quelli che guardano il filmato si sentono investiti da una carica di sentimenti che, difficilmente, riescono a contenere. Il telespettatore, cioè, attende insieme alla coppia provando quasi, fino al culmine della catarsi, le ansie, le paure e la gioia dei due protagonisti. Tale spettacolo, per la sua naturalezza e la sua semplicità, arriva, pertanto, dritto al cuore degli utenti che possono ricordare, così, ciò che hanno già vissuto o sognare il fatidico momento e sperare che possa essere uguale.

Complice, poi, la nuova tendenza al parto fai da te che, causa crisi, sta prendendo sempre più piede fra le scelte delle neo mamme, il video è riuscito ad ottenere un grandissimo successo e a spingere sempre più donne, nel momento delle doglie, a chiedere al marito di non portarle di corsa in ospedale, ma a prendere la telecamera e ad assisterle da vicino.


[urbanpost.it]

Sampal, delfino femmina scappa dalla struttura acquatica e si ricongiunge al proprio branco dopo 4 anni


Quatto anni da detenuta e poi, appena riconquistata la libertà, via di corsa verso il "branco" da cui era stata presa. E' la storia di Sampal, delfino femmina costretta in una struttura acquatica della Corea del Sud.
Il cetaceo, dopo essere stato catturato e ridotto negli ultimi tre anni a vivere in una vasca stretta e, per di più, sotterranea dell'Acquario Pacific Land, ha finalmente potuto godere della bellazza del mare. Sampal è riuscita a fuggire attraverso un buco nella rete della struttura di riabilitazione, in cui era stata portata - racconta Quotidiano.net - su decisione dell'Alta Corte coreana, che circa un anno fa aveva disposto la restituzione del cetaceo al suo ambiente, e dove stava seguendo un percorso di riadattamento alla vita in libertà.
Subito dopo la fuga, Sampal è rimasta nei dintorni della struttura ma poi è scappata quando alcune persone hanno cercato di riportarla nel suo recinto. L'Istituto di ricerca sui cetacei ha smentito le voci sulle preoccupazioni legate alla sua salute, perché ha di recente avvistato l'animale ad un centinaio di chilometri di distanza, mentre nuotava con altri 50 esemplari appartenenti al branco in cui era cresciuta.
La cattività di Sampal era iniziata quattro anni fa, quando, dopo essere rimasta impigliata nelle reti dei pescatori, era stata venduta illegalmente all'Acquario Pacific Land per essere addestrata ad eseguire "esercizi" innaturali, ripetitivi e senza alcun rispetto delle sue caratteristiche socio-etologiche.
"Una volta che ne hanno la possibilità, i delfini sanno esattamente cosa fare; quindi non sono affatto sorpreso che Sampal abbia deciso di riconquistare la libertà", ha commentato Ric O' Barry, direttore del Dolphin Project dell'Earth Island Institute, invitato in Corea del Sud per una valutazione sullo stato psico-fisico di questo delfino-eroe.
"Il punto è – aggiunge il direttore scientifico dell'Enpa, Ilari Ferri – che molto spesso i delfini questa possibilità non ce l'hanno. Anche perché le strutture della cattività, nel timore di vedere compromesso il loro business milionario, sono in prima linea nel sostenere che i percorsi di riabilitazione e il successivo rilascio in natura dei delfini sono non solo destinati al fallimento, ma pericolosi per la salute di questi meravigliosi animali".

Cina, risponde all'iPhone 5 e muore folgorata



 Morire per aver risposto a una telefonata. È accaduto in Cina, a nord-ovest nella regione dello Xiniang, giovedì scorso. Secondo quanto riporta il quotidiano Daily Mail, una hostess della China Southern Airlines, la 23enne Ma Ailun (sotto in foto), sarebbe morta in seguito a una forte scossa elettrica ricevuta dal suo iPhone 5 mentre era collegato alla presa di corrente di casa all'arrivo della chiamata. A nulla è valso l'intervento dei medici: trasportata in ospedale dopo essersi accasciata a terra, la giovane donna non ha più ripreso coscienza.

Secondo la sorella della vittima,Ma Ailun- che avrebbe dovuto sposarsi il prossimo 8 agosto - aveva acquistato il suo iPhone 5 in un negozio Apple e il carica batteria utilizzato era quello originale. E ora, sul social network cinese di Weibo, scrive: "Spero che Apple ci dia una spiegazione. Vorrei inoltre mettere in guardia tutti dal fare telefonate mentre il telefonino è in carica".

Apple si è dichiarata "profondamente addolorata nell'apprendere del tragico incidente" e ha avviato un'indagine su quello che al momento risulta essere un caso isolato. "Indagheremo a fondo e collaboreremo con le autorità su questa vicenda", ha fatto sapere in una nota ufficiale l'azienda americana.
 Gli esperti spiegano che è preferibile non utilizzare l’apparecchio telefonico mentre si trova collegato ad una fonte di alimentazione. 

I vantaggi dell'allattamento al seno per la mamma: meno infarti e tumori

L'allattamento al seno non fa bene solo ai neonati. Anche le mamme sono protette da diverse malattie, dal tumore al seno all'ipertensione, con grande giovamento anche per i servizi sanitari nazionali. Lo afferma uno studio dell'Harvard Medical School e dell'università di Pittsburgh pubblicato da Obstetrics and Gynecology.




 Riporta l’utero alle sue dimensioni normali. Allattare stimola il rilascio di ossitocina, che è lo stesso ormone che favorisce le contrazioni uterine al momento del travaglio. Molte mamme riferiscono infatti che nei giorni successivi al parto avvertono contrazioni mentre allattano: è un fenomeno del tutto normale, che fa ritornare più presto l’utero alle sue condizioni originarie.
Riduce il rischio di tumore al seno. E’ scientificamente provato che le donne che hanno allattato al seno riducono il rischio di cancro alla mammella. Il rischio diminuisce quanti più figli si sono allattati e quanto più a lungo è durato l’allattamento.
Riduce il rischio di osteoporosi nella donna in menopausa: le donne che hanno allattato hanno meno rischi di ammalarsi di osteoporosi in età avanzata.
Ti regala una silhouette invidiabile! Allattare esclusivamente al seno consente alla mamma di bruciare ogni giorno circa 6-700 calorie in più e questo significa che, se si segue un’alimentazione equilibrata, nei giro di qualche mese (soprattutto a partire dal sesto) si riesce a recuperare facilmente il peso che si aveva prima della gravidanza. Mentre, nel contempo, il seno aumenta di una-due taglie in più: un ‘miracolo’ che in altri momenti della vista non capita più!
Consente alla mamma una maggiore libertà di movimento. È vero, quando la mamma allatta esclusivamente al seno è lei l’unica fonte di nutrimento del bebè, quindi deve essere sempre disponibile, però vuoi mettere il vantaggio di poterti spostare col bebè ovunque vuoi e ogni volta che vuoi, senza bisogno di biberon, scaldabiberon, sterilizzatore, acqua, formule ecc? Al momento del bisogno, basta trovare un posticino tranquillo ed ecco che le esigenze del bebè sono soddisfatte al 100%: un latte alla giusta temperatura, nella giusta quantità, perfettamente sterile!
Fa bene anche al portafoglio! Il latte materno non costa nulla e procura forte risparmio nella famiglia e nella società, che invece impegna capitali aziendali, energia e materiali per produrre quello artificiale. Senza contare che il latte materno è ecologico e non inquina.
Gratifica da un punto di vista psicologico e aiuta l’empowerment e la fiducia in se stesse: la mamma che allatta sente che sta nutrendo suo figlio, che gli sta dando il meglio che può offrirgli, che gli sta facendo un dono preziosissimo: insomma, si sente ‘mamma a 360°’!
E’ antagonista della depressione post-partum: chi allatta ha meno possibilità di ammalarsi di depressione post-partum in caso fosse soggetta.

Lumache antirughe: dal Giappone l'ultima frontiera della bellezza

L'ultima frontiera della bellezza è una strisciante novità che però è assolutamente naturale. Dal Giappone arriva l'antirughe più strano del mondo. La bava delle lumache è conosciuta perchè ha proprietà emollienti e lenitive e così in una beauty farm a Tokyo mettono le lumache a passeggiare direttamente sulla pelle del viso.

"La bava delle lumache aiuta a rimuovere le cellule vecchie, guarire la pelle da scottature solari e idratarla, abbiamo moltissime richieste di persone che vogliono provare questo trattamento, ma richiede molto tempo e quindi c'è una lunga lista di attesa" sostiene una delle dipendenti del salone di bellezza mentre mette tre lumache sul viso di una cliente.

"Sentire la lumaca che striscia sulla faccia è incredibile, all'inizio è abbastanza strano ma poi è molto rilassante" dice soddisfatta una cliente. Che spera così di cancellare i segni del tempo sul proprio volto
[VIDEO QUOTIDIANO.NET]


Birra artigianale: un settore in ampia crescita

La birra artigianale piace, e pure tanto, quasi più del vino e a parlare sono soprattutto i numeri legati alla produzione in tutta Italia.

Per birra artigianale si intende quella non pastorizzata, ovvero cruda, non filtrata, realizzata senza l`utilizzo di alcun conservante. Parliamo di un modo di vivere e di pensare un prodotto così tanto amato e sperimentato.
Secondo una stima di Assobirra i microbirrifici artigianali costituiscono l’1% della produzione nazionale (pari a 300mila ettolitri), ma la crescita delle birre artigianali italiane viaggia tra il 10 e il 20% all`anno. In due anni circa, dunque, si potrà raggiungere la metà del consumo attuale che oggi si aggira intorno ai 29 litri pro capite. Gli italiani, quindi, cercano sempre di più la qualità in quello che bevono, sopratutto se si parla di birra. Secondo Filippo Terzaghi, direttore di AssoBirra, da qualche anno i birrifici artigianali, dopo aver prodotto in prevalenza birra chiara, stanno reinterpretando il prodotto "all`italiana" utilizzando ingredienti legati al territorio come castagne, farro, erbe aromatiche, spezie della macchia mediterranea.
Tra i birrifici che sperimentano con successo nuove birre c`è la Birreria Baladin, con il suo fondatore Teo Musso che, nel tempo, è diventato un guru del settore: produce birre famose in tutto il mondo (la blanche Isaac in primis), apre locali (come l’elegante Open a Roma) e potenzia quelli storici.
Gestire un birrificio artigianale è una missione che ha come obiettivo quello di divulgare nei pub la cultura della qualità, della birra italiana fatta con ingredienti eccellenti e che non ha nulla da invidiare alle belghe. L`eccellenza italiana, però, non si valuta solo dalle materie prime utilizzate, ma anche dalla fantasia nel ricercare sempre nuovi ingredienti. L’Associazione Birra del Lazio - che riunisce microbirrifici e malterie della regione - ha prodotto La Zia Ale che ha come ingrediente "segreto" il gruyt, ossia una miscela di cicoria, rucola, erbe di campo e timo da utilizzare al posto del luppolo. Nel milanese, invece, si produce la Birra Agricola che va oltre il disciplinare ministeriale che ne assegna la qualifica solo a chi la realizza con un 60% minimo di materia prima coltivata in loco dall’azienda. Qui si arriva al 90% compreso il luppolo.
Ma non è semplice, perchè bisognerebbe essere contadini e birrai allo stesso tempo. E in un periodo come questo, il ritorno alla terra e alla tradizione, sembra prioprio essere la soluzione perfetta.

Il messaggio in bottiglia di una ragazza morta tre anni fa

Sidonie Fery aveva circa dieci anni quando, dalla baia di Great South, al largo di Long Island, gettò in acqua una bottiglia di vetro con dentro un foglietto di carta. Un gesto romantico e innocente di una bambina che sperava di rendere migliore la giornata di qualcuno che, trovando quel messaggio, avrebbe letto la frase “Be excellent to yourself, dude!” (“Trattati bene, amico”). Tre anni fa, quando aveva 18 anni, la ragazza è morta dopo essere caduta da un dirupo in Svizzera, dove si era trasferita per motivi di studio. Gli operai che pulivano la spiaggia nel villaggio di Patchogue, 60 miglia a est di Manhattan, hanno scoperto la bottiglietta e dopo aver trovato il biglietto hanno chiamato il numero di telefono che vi era segnato. «Sono scoppiata a piangere quando ho sentito che l'hanno trovata», ha raccontato la mamma della ragazza, Mimi Fery, che ha risposto al telefono. Questi lavoratori, ha aggiunto, sono stati «molto, molto gentili». La madre ha descritto Sidonie, figlia unica, come un'adolescente creativa e «amante delle poesie che scriveva di continuo». 
(web)



Orange Fiber: Dalle arance una fibra per l'alta moda

Gli abiti d’alta moda possono essere creati utilizzando la fibra delle arance. Parola della fashion designer catanese Adriana Santanocito, che ha realizzato una sua personale linea di vestiti eco-chic per le donne, recuperando dagli scarti della produzione agrumicola una speciale fibra vegetale da impiegare nell’industria dei tessuti fashion.

I nuovi abiti ecologici proposti dalla designer, in particolare, sfruttano la fibra delle arance (battezzata con il nome di ‘Orange Fiber’) che, a sua volta, viene ottenuta grazie ad uno speciale procedimento in grado di estrarre la cellulosa dall'agrume, da utilizzare direttamente per il processo di filatura.

I nuovi abiti d’alta moda femminili, creati con la fibra delle arance, hanno inoltre una caratteristica unica nel loro genere: grazie all’utilizzo delle nanotecnologie infatti, sono stati incorporate delle particolari microcapsule nei nuovi ‘vestiti fruttati’, capaci di rilasciare vitamine A, C ed E a contatto con la pelle. In pratica, mentre si è vestiti, l’abito in fibra d’arancia provvede al benessere e alla cura della persona, integrando ‘epidermicamente’, il fabbisogno quotidiano di vitamine richiesto dal corpo.

Gli abiti ecologici creati con la fibra delle arance, rappresentano quindi, un’altro tentativo di sensibilizzare il mondo della moda alla salvaguardia dell’ambiente nei processi di fabbricazione degli indumenti, sfruttando tecniche di lavorazione non inquinanti, nell'ambito del riciclo e del rispetto delle materie prime. Un progetto, questo, che vuole intervenire, in parte, anche sul delicato tema dell’occupazione in Italia, affidando la realizzazione dei suoi vestiti in fibra d’arancia ad associazioni di donne in difficoltà e persone svantaggiate in cerca di lavoro. Ad oggi, ‘Orange Fiber’ ha già ottenuto importanti riconoscimenti ed è stato selezionato nell’ambito dell’iniziativa ‘Changemakers for Expo Milano 2015’.

Smartphone, le migliori applicazioni per cercare lavoro

Siamo a metà luglio e, solitamente, non è questo il momento migliore dell’anno per cercare un lavoro, visto che molte aziende stanno per prendersi una pausa in vista di agosto. Aspettare fine agosto o inizio settembre, però, potrebbe non essere una buona idea. Meglio muoversi per tempo. Preparare il curriculum, iscriversi ai social network che contano  sono passi fondamentali, ma quel che più conta è monitorare il mercato, cercando di capire quali sono le figure professionali più richieste. Del resto, complice la Rete, il lavoro sta cambiando. Oltre alle solite professioni, ne stanno nascendo altre nuovissime: dal community manager al transmedia Web editor, dal digital PR al content curator, dell’e-Reputation manager al SEO.

Per monitorare il mercato, ma soprattutto per scovare l’offerta che fa al caso vostro, è possibile farsi aiutare dal proprio smartphone. O meglio, da alcune applicazioni che vi aiutano a monitorare le offerte di lavoro. Ecco le cinque migliori

1) Infojobs

Questa app permette di accedere a tutte le offerte del portale InfoJobs.it, il numero uno in Italia. È possibile anche candidarsi alle offerte, aggiungendo una lettera di presentazione: basta usare i dati di login del portale www.infojobs.it




2) Monster.it

La app permette di essere sempre aggiornati sulle ultime offerte, anche grazie a notifiche personalizzate, e di candidarsi. Si può accedere ai propri dati, al CV, alla lettera di presentazione e allo storico delle candidature. È possibile anche sfruttare la geolocalizzazione per cercare offerte nelle vicinanze.



3) Indeed Jobs

Indeed è un motore di ricerca per trovare lavoro, attivo da una decina d’anni. Raccoglie annunci da migliaia di siti, inclusi: bacheche di lavoro, quotidiani, associazioni e pagine d’impiego di compagnie private. Questa app fa lo stesso, in mobilità. Ci si può candidare alle offerte tramite il CV di Indeed. Ottimo per cercare lavoro anche all’estero.


4) Adecco And Jobs – Lavoro

La app di Adecco permette di cercare tra le offerte interinali e non, e di avanzare la propria candidatura direttamente dal cellulare. Permette anche di trovare la filiale più vicina e condividere gli annunci più interessanti con gli amici, sui social network.


5) ClicLavoro

Questa app dà accesso ai contenuti del portale ClicLavoro, realizzato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per gestire le offerte di Centri per l’impiego, Agenzie per il lavoro, Informagiovani e così via. Oltre a visualizzare le offerte è possibile candidarsi, grazie alla gestione del proprio CV in una pagina personale.






Snapcat , l'applicazione che permette ai gatti di scattare foto di se stessi


Non solo gli esseri umani sono vanitosi, ed in quanto a vanità, si sa che i gatti non scherzano nemmeno. L’applicazione Snapcat per Android offre una divertente soluzione per stimolare il fotografo che è in ognuno dei nostri gatti. Una volta lanciata l’applicazione, un puntino rosso cercherà di attirare l’attenzione del nostro fedele amico, che così attiverà la fotocamera del telefono per autoscattarsi una fotografia. Dopodiché sarà possibile, utilizzando i tasti del volume, accedere alle funzionalità di editing, dove troveremo integrato il sistema Aviary che ci permetterà di modificare alcune parti della foto per cercare di migliorarla il più possibile. Una volta ottenuto il risultato, si potrà condividere lo scatto anche su EyeEm, Facebook e Twitter.
Snapcat può essere utilizzato anche in una finestra del browser e gli utenti possono scegliere tra quattro diverse icone di mobili tra cui un mouse, una palla di lana, di uccelli e la faccia di un gatto. 


Snapcat per  cellulari Android è disponibile gratuitamente su Google Play

Attraversa la strada senza guardare, prese in pieno le due figlie. Il video shock


Un video scioccante mostra l’attimo esatto in cui una madre attraversa la strada con le sue due figlie, proprio nel momento che sta sopraggiungendo una macchina. Si vedono le due bambine rimbalzare sul cofano dell’auto e atterrare in mezzo alla strada. Sorprendentemente, le bimbe, hanno riportato solo graffi e lividi in questo incredibile incidente che ha avuto luogo in Russia. Il Daily non specifica se l’auto investitrice stesse guidando contromano, comunque sia con due bambini a fianco occorre essere molto attenti prima di attraversare, e poi mai uscire tra due macchine ma cercare le strisce pedonali…..





Il video è stato ripreso da una telecamera montata sul cruscotto della vettura – le dashcams sono molto comuni in Russia per una serie di motivi tra cui le truffe assicurative. Quando la donna attraversa, tutte le auto sono parcheggiate in direzione opposta (molto probabilmente non ha pensato di controllare in entrambe le direzioni prima di attraversare), la si vede  uscire da dietro una macchina parcheggiata accompagnata dalle sue due figlie – una piccolina e l’altra un po’ più grandetta. E’ solo quando la mamma, che indossa una maglia gialla, si gira alla sua sinistra che vede la macchina in arrivo e apre la bocca per gridare con orrore. Ma è troppo tardi - il veicolo prende in pieno le due bambine mentre lei riesce a scansarsi.


E’ questione di attimi, le bimbe volano e cadono poco più avanti, la madre corre verso di loro e prende in braccio la più piccola. L’altra si alza e fa qualche passo, poi sembra avvertire dei dolori alle gambe anche se,  nessuna delle due si è fatta male seriamente.
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Erik Schlangen, il professore di ingegneria che ha inventato l'asfalto auto-rigenerante

L’asfalto che si ripara da solo e riduce l’inquinamento è l’innovativa soluzione proposta nell’ambito della mobilità sostenibile. Si tratta, in pratica, di un particolare asfaltodrenante per le strade ad alto scorrimento (ossia una miscela di inerti, bitume e polimeri caratterizzata dall'alta porosità), in grado di ridurre l’inquinamento acustico e auto-ripararsi dall’usura del tempo, continuando a scaricare l’acqua piovana di superficie in modo efficace.

Il nuovo asfalto, inventato da Erik Schlangen, professore di ingegneria presso la University of Technology di Delft, in Olanda, è quindi dotato di una longevità e resistenza doppia rispetto alla classica tipologia di manto drenante che, solitamente, proprio a causa della sua elevata porosità, si ossida molto più velocemente rispetto al normale bitume impiegato nelle strade, diventando molto più fragile e rovinandosi con maggiore facilità.

Il nuovo asfalto drenante del prof. Schlangen, in particolare, è stato realizzato aggiungendo al mix di bitume, una piccola quantità di fibre di lana d’acciaio (meno dell’1% del volume totale). Grazie a questo accorgimento, l’auto-riparazione dell’asfalto, in caso di piccole fessurazioni, può quindi avvenire attraverso l’impiego di una speciale piastra ad induzione che riscaldi il manto stradale, in modo da chiudere eventuali crepe, destinate nel tempo ad aumentare e a crescere fino a diventare delle grandi buche, in grado di danneggiare i veicoli e causare gravi incidenti.

Il nuovo asfalto drenante che si ripara da solo, riesce inoltre a prevenire l’eccessivo deterioramento delle carreggiate che, proprio a causa di un percorso troppo dissestato, finisce per determinare delle sollecitazioni ‘dannose’ ed un consumo eccessivo di carburante lungo il tragitto delle auto (con livelli di inquinamento stradale conseguentemente più alti).

Il nuovo asfalto per strade ad alto scorrimento, nonostante sia più costoso di quello tradizionale dovrebbe essere comunque commercializzato in tempi brevi, soprattutto perché in grado di garantire un risparmio (a lungo termine) sui costi di manutenzione del bitume drenante.

Tumori al polmone, prima conferma del legame diretto con l'inquinamento dell'aria

Esiste una stretta relazione tra la qualità dell’aria che respiriamo e l’insorgenza dei tumori del polmone. La prima conferma arriva da una ricerca europea, alla quale ha partecipato anche l’Italia con il team di scienziati dell’Istituto nazionale dei tumori di Milano, i cui risultati sono stati pubblicati sulle pagine della rivista Lancet Oncology. Lo studio, il più grande mai condotto, sia per campione che per estensione geografica, mostra che più alta è la concentrazione di inquinanti nell’aria maggiore è il rischio di sviluppare un tumore al polmone. Inoltre, dalla misurazione delle polveri sottili, l’Italia è risultata essere uno dei paesi europei più inquinati. E si comprende dunque il perché, soltanto nel 2010, si sono registrati 31.051 nuovi casi di tumore polmonare.Inquinamento dell’aria legato all’insorgenza del tumore del polmone - Lo studio, condotto in Svezia, Norvegia, Danimarca, Olanda, Regno Unito, Austria, Spagna, Grecia e Italia, ha preso in esame un totale di 312.944 persone di età compresa tra i 43 e i 73 anni, uomini e donne. In Italia le città interessate dal monitoraggio sono state Torino, Roma e Varese. Tutti i soggetti sono stati reclutati negli anni ’90 e tenuti sotto stretta osservazione per un periodo di circa 13 anni. Per ogni volontario i ricercatori hanno registrato gli spostamenti dal luogo di residenza iniziale e constatato che, dell’intero campione, hanno sviluppato un cancro al polmone 2.095 individui. I casi di tumore sono stati poi analizzati mettendo in relazione l’esposizione all’inquinamento atmosferico delle zone di residenza.

Gli scienziati hanno quantificato in particolar modo l’inquinamento dovuto alle polveri sottili presenti nell’aria (particolato PM 10 e PM 2.5) dovute in gran parte alle emissioni di motori a scoppio, impianti di riscaldamento e alle attività industriali.Il risultato è stato a dir poco allarmante - Per ogni incremento di 10 microgrammi di PM 10 per metro cubo presenti nell’aria aumenta il rischio di tumore al polmone di circa il 22%. Questa sale vertiginosamente al 51% per una particolare tipologia di tumore, l’adenocarcinoma: unico tumore che si sviluppa in un significativo numero di non fumatori, lasciando più spazio a cause non legate al fumo da sigaretta di espletare il loro effetto cancerogeno. In tutti i casi in cui il soggetto osservato non si è mai spostato dal luogo di residenza, ancor più quando la città era caratterizzata da un elevato tasso di inquinamento, il rischio di tumore al polmone raddoppia e triplica quello di adenocarcinoma. “A questo punto - ha commentato Takashi Yorifuji della Okayama University - potremmo dover aggiungere l’inquinamento dell’aria all’elenco degli come elemento cancerogeno, anche alle correnti concentrazioni europee”.Preoccupazione in Italia, abbiamo le città più inquinate dell’Ue - Il risultato della ricerca crea in Italia ancor più preoccupazione che nel resto dell’Europa. Le nostre città, infatti, sono tra quelle più inquinate. In città come Torino e Roma, ad esempio, sono stati rilevati in media rispettivamente 46 e 36 microgrammi al metro cubo di inquinanti PM 10, in confronto a una media europea decisamente più bassa (ad esempio a Oxford 16, a Copenaghen, 17). In Italia, nel 2010, si sono registrati 31.051 nuovi casi di tumore al polmone: il 20% circa di tutte le morti per tumore nel nostro Paese.La ricerca oncologica non si ferma - Intanto nel nostro Paese non si ferma l’impegno dell’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (Airc) che, grazie all’impegno collettivo, contribuisce attivamente a rendere il cancro sempre più curabile: negli ultimi anni, infatti, le percentuali di sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi sono arrivate al 61% per le donne e al 52% per gli uomini. Nonostante ciò, ogni giorno, vengono diagnosticati mille nuovi casi di tumore. La ricerca è l’unica soluzione per raggiungere l’obiettivo: sviluppare cure disegnate ad hoc per ogni tipo di tumore. E la crisi economica non sembra fortunatamente colpire questo settore, che riguarda il futuro di ogni cittadino. Nel 2012, infatti, il contributo di oltre 1 milione e 400 mila soci, 20.000 volontari e migliaia di sostenitori ha permesso ad Airc e Firc di destinare alla ricerca sul cancro 100 milioni di euro (il bilancio completo). Uno sforzo imponente, cresciuto nel tempo: nel 2011 erano 99,4 milioni. Con i finanziamenti è aumentato anche il numero dei progetti di ricerca finanziati: nel 2012 ammontano a 596, nel 2011 erano 564.Airc in prima linea nella lotta ai tumori - Con i Programmi speciali, resi possibili dai proventi del 5 per mille, e con i progetti finanziati grazie alle campagne nazionali di raccolta fondi, insieme ad Airc e Firc i cittadini sostengono il lavoro di oltre 4.000 ricercatori attivi nella filiera della ricerca oncologica, dai laboratori di ricerca di base dove avvengono le scoperte, ai laboratori di ricerca di trasferimento in cui vengono vagliate ed elaborate, fino ai laboratori preclinici e poi al letto del paziente, dove approdano non solo nuove cure, ma anche diagnosi e prognosi innovative. “Le centinaia di progetti che finanziamo - ha commentato il presidente di Airc e Firc, Piero Sierra - hanno un respiro pluriennale ed è indispensabile assicurarsi la disponibilità di fondi sufficiente a coprire i progetti approvati. Interrompendoli vanificheremmo gli sforzi intellettuali ed economici fatti fino a quel momento. La liquidità disponibile, temporaneamente investita con criteri di massima prudenza, è garanzia di stabilità della ricerca, per assicurare la continuità necessaria al percorso che porta ai grandi risultati scientifici”.
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